Il Basket Ravenna nella tana dei segreti della Virtus

  • Scritto da Marco
  • 14.03.2014  10:17.51
Un centro polisportivo immerso nel verde della periferia di Bologna (che un tempo era molto più periferia di adesso). Una scritta grande e imponente all’entrata:VIRTUS. Uno dei marchi sportivi (adesso si chiamano “brand”) più noti del nostro Paese. Un ingresso semplice, poca luce, una piccola palestra come ce ne sono migliaia in Italia.
Ma questa è speciale. Te lo dice un manifesto di saluto all’entrata. “Se sei qui – dice in sostanza – è perché ami il basket, anche se non sei di Bologna e anche se il tuo cuore batte per altri colori”. Qui ci sono le “viscere storiche” di questo sport, che poi si è conclamato in palcoscenici più grandi e importanti. Qui lo si è fabbricato con la passione e l’amore degli artigiani, perché potesse diventare industria. Un marchio di fabbrica del modo di fare sport nella capitale nazionale dei canestri. Un modo inconfondibile di “essere” Bologna, scelto da questa città per crescere la propria gioventù migliore.
I pannelli con gli infiniti titoli italiani ed europei (fra i quali tutti quelli degli anni del Dopoguerra, in parallelo con i trionfi pallavolistici della Robur Ravenna), le gigantografie dei campioni (Brunamonti, Danilovic, Richardson, Peterson,Porelli a cui la palestra è intitolata e altri) conferiscono il senso di una sacralità laica e popolare, ma ugualmente profonda e sentita. Il poco pubblico accreditato parla sottovoce, i ragazzi delle giovanili sembrano chinare il capo davanti ai “grandi padri”, avviandosi ai loro spogliatoi. Gli onori di casa sono fatti da Renato Villalta. Uno qualsiasi…
I ragazzi dell’Acmar affrontano la Virtus in amichevoleinfrasettimanale. Non quella dei trionfi e non più quella degli eroi. Quella che si sbatte con qualche difficoltà nella pancia della classifica di A1. Sono uno squadrone a prescindere dalla V nere sulla maglia, dalle gigantografie e dalla sacralità. I nostri ragazzi se la giocano alla grande, rispondendo con compattezza ai guizzi frammentati ed individuali degli svogliati avversari. Singletary e Sollazzo si esaltano nella sfida ai numerosi connazionali. Rivali e Cicognani trovano spazio più facilmente di quanto accaduto a Ferrara, Amoni mette le triple, Tambone e Foiera finiranno fra i migliori.
Quanto è finita la partita? Bah… anche le religioni laiche hanno i loro segreti. La Virtus impone ai giovani cronisti ravennati al seguito di non scriverlo (quelli bolognesi non sono nemmeno ammessi ad entrare). Dicono che è una tradizione NBA…. Mi sembra che qui la sacralità degeneri in una punta di fanatismo. E non sarò certo io a rovinarla per un mediocre scoop. Però… invitate me o i giocatori a una bevuta: può essere che dopo la terza birra cada il “PrimoSegreto della Grande Vu Nera”…
M.O.

 

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