Claudio alla Ca’ del Liscio nel 1994

Per certi versi sembra ieri, perché l’emozione è ancora viva. Per altri sembra passato un secolo, perché (un motivo per tutti) non c’erano né social né telefonini.

Vengo a sapere dalla stampa locale che Claudio Baglioni è preoccupato per la crisi economica in cui versa l’organizzazione del Festival di Recanati a cui è legato.

Decide allora di organizzare uno spettacolo “multiplo” di beneficenza alla Ca’ del Liscio di Ravenna, il tempio della musica romagnola. Le star saranno lui e Lucio Dalla, ma il cartellone sarà ben fornito: Teresa De Sio, Mariella Nava, Cristiano de Andrè,  i Pitura Freska, gli Avion Travel (che nessuno conosceva perché non avevano ancora partecipato a Sanremo). Io mi ricordo questi, ma secondo me ce n’erano anche altri. Un primo abbozzo di Lampedusa. Un primo abbozzo di Sanremo….

Io mi faccio accreditare dal mio settimanale e spero di poter parlare con Claudio.

Un tizio del Festival di Recanati si improvvisa presentatore. Si vede che non è il suo mestiere, ma se la cava bene.

Lo spettacolo è strutturato così: nella parte pomeridiana si esibiscono metà degli artisti, cantando 3 canzoni ciascuno. Claudio chiuderà il programma esibendosi più a lungo.

Alla sera la stessa cosa: tre canzoni per uno poi spazio a Claudio.

Lucio Dalla dà forfait per una bronchite.

Al pomeriggio c’è poco pubblico, tutto molto vicino al palco e tutto preso dall’attesa di Claudio. Per cui ascolta e applaude pazientemente gli artisti, ma… è ben chiaro cosa stia aspettando.

Il cantante dei Pitura Freska, ad esempio, è piuttosto innervosito dalla situazione e chiede alla platea: “Ma chi state aspettando? Il Sai Baba?”

Quindi arriva Claudio e … attenzione, vi ricordo che è il 1994, Claudio deve ancora cominciare la sua fase televisiva. Il personaggio è notoriamente ombroso, schivo… Invece l’ambiente rilassato che c’è alla Ca’ del Liscio lo porta ad essere discorsivo e scherzoso. Ricordo che presenta “Avrai” dicendo “da qualche anno gira per casa mia una persona nuova che … io NON SO BENE COSA HO FATTO AFFINCHE’ ARRIVASSE…” Grasse risate del pubblico e goffi e divertenti tentativi di difesa “Cioè… insomma… sì, lo so cosa ho fatto…”. 

Dopo una breve pausa comincia il programma serale, con pubblico appena più numeroso e con le solite alternanze di 3 brani ciascuno, ma il pubblico diventa sempre più impaziente (e non sempre “sportivissimo”) e fa capire che non aspetta altro che l’arrivo di Claudio (ricordo in particolare un tizio con la fascia sulla fronte che era totalmente invasato).

Gli ultimi ad esibirsi prima di Claudio sono gli sconosciutissimi Avion Travel. Ma l’attenzione per loro è sottozero. Si pazienta come si può e alla fine della terza canzone… clamoroso! Gli Avion Travel non se ne vanno!!! Servillo dice “Prima di andare via vorremmo fare un omaggio ad un artista molto importante per noi…” ma si accende una gazzarra con i contestatori che non vogliono sentire storie e per poco non salgono sul palco per fare da servizio d’ordine e cacciare gli “intrusi”.

In mezzo alla gazzarra gli Avion attaccano ugualmente … Dalle prime note riconosciamo “Poster” e capiamo chi è il destinatario dell’omaggio, che arriva a metà esecuzione per duettare con loro. Ed è uno dei primissimi duetti nella storia di un Claudio che, fino a quel momento, era stato ombroso e solitario nella sua arte.

Claudio diverte tutti a lungo anche nella performance serale. Ricordo un episodio: da uno dei divanetti, lontanissimo dal palco, un uomo (tipico romagnolo non giovanissimo, da balera) si alza e si incammina deciso verso il palco (ripeto: c’era pochissima gente). Claudio lo segue con lo sguardo mentre si avvicina e quando arriva gli chiede “cosa vuoi?” e lui risponde “Mille giorni di te e di me!” (con l’aria di uno che sta eseguendo gli ordini di una moglie infatuata). E Claudio “No, mi dispiace, l’ho già fatta nel pomeriggio”. E l’ometto: “Ah!” e gira i tacchi per tornare da dove veniva…

Al termine dello spettacolo mi introduco nei camerini degli artisti, forte di una promessa che mi era stata fatta dagli organizzatori di poter fare delle interviste.

Il presentatore di cui sopra mi fa accomodare in un camerino e mi dice “Ti porto gli ospiti qui uno per uno, va bene?”. Io, a dir la verità, volevo parlare solo con Claudio, ma faccio buon viso: “Sì, ottimo”.

Così parlo piacevolmente con la De Sio, con la Nava, con De Andrè… poi arrivano gli Avion e io non sapevo assolutamente chi fossero e cosa chiedere… Servillo mi guarda compassionevole e mi fa “Vuoi che ti parlo un po’ di noi in generale?”. E io sospiro rinfrancato.

Il presentatore torna e mi chiede: “Beh… ti ho fatto parlare con tutti, no?”

E io: “Sì… mi pare di sì… chi manca…? – chiedo recitando meglio che posso – ah beh! C’è Baglioni!”

E lui “Ah, è vero. E’ di là. Vai pure. Digli che ti ho mandato io”.

Seguo il consiglio. Claudio è al centro di una stanza attorniato dai suoi musicisti e da varie altre persone. Io mi associo silenziosamente al capannello poi, in una pausa delle conversazioni, decido di rischiare: “Claudio, potresti rilasciare qualche dichiarazione per un piccolo giornale locale?”

Claudio si gira verso di me e dice “Sì, però non devi dire che è un piccolo giornale, perché tutti hanno lo stesso diritto di fare informazione. Andiamo di là, qui c’è troppa confusione…”. Mi prende sottobraccio e mi porta in un altro ambiente, mentre l’amica che sorreggeva il registratore è inchiodata dall’emozione e rischia di svenire.

Conversiamo per qualche minuto. E’ il 1994. Claudio manca dalle scene da molti anni. Non concede mai interviste e non è il personaggio che chiacchiera liberamente. Ho la sensazione che sia un momento speciale. L’articolo che ne ricaverò sarà particolarmente apprezzato.

Gli faccio notare come sia la prima volta che lo vedo interagire con i suoi colleghi e lui mi spiega che da lì in poi vorrà curare più attentamente il rapporto con la musica “degli altri” … Dopo tanti anni non ricordo molto altro di quello che mi dice, se non il tono rilassato e divertito. Verso la fine dico “Il tuo popolo sta aspettando da anni un nuovo album…” “Arriverà presto” risponde lui. “Sarà doppio?”  lo incalzo. E lui fa il vago “I dischi doppi fanno male come i whisky doppi”. E io, mentre ci congediamo, gli ricordo che per un whisky doppio ogni quattro anni non è mai morto nessuno… Pochi mesi dopo uscirà “Io Sono Qui”.

Uscendo incontro Renzo e Luana, un duo popolarissimo in Romagna per la musica da ballo. Chiedo loro se è piaciuta la formula con gli artisti che interagiscono fra loro. Mi dicono di sì e che la stanno proponendo anche loro, unendo nella stessa serata varie orchestre. “E Claudio?” Renzo mi guarda con un’aria buffa, divertita e ammirata allo stesso tempo e risponde: “Claudio? Quello è un matto!”

2 Comments

  • Francesco Ruoppolo ha detto:

    Gruosso, come sempre, tu.
    Signore, come sempre, Claudio 😀

  • Antonio ha detto:

    Grazie E. V. , come sempre un piacere leggerti, in particolare per il dettaglio dell’intervista mi sono sentito il cuore leggero come se fossi stato presente. Un Saluto Ant

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